IL CAFFÈ NELL’ IDEOLOGIA MODERNA

La scoperta del caffè ha avuto un impatto notevole sullo stile di vita della società,  in particolar modo sulle arti figurative, ma anche sul cinema e sulla musica : ripercorriamo alcune tappe fondamentali del percorso nell’ideologia moderna di questa antica bevanda, dalle origini mitiche e misteriose.

ARTE

 

L’apparizione del caffè nell’arte coincide, grosso modo, con la sua diffusione nelle principali capitali europee, a partire dal secolo XVII.
A Londra, Amsterdam, Parigi, il caffè si diffonde rapidamente: questa bevanda esotica e calda, alla quale vengono attribuite virtù afrodisiache e terapeutiche, conquista ben presto le corti e le classi più elevate della società.

Forse la piu’ antica raffigurazione di una tazzina ricolma della calda bevanda e’ la straordinaria natura morta di Francisco de Zurbaran, Piatto di cedri, cesto di arance e tazza con rosa (1633, Los Angeles, Norton Simon Foundation), l’unica firmata dall’artista, capolavoro autentico di natura morta.

 

 

Nell’Ottocento la presenza del caffè nell’arte si fa sempre più preponderante; figura infatti in ben due opere del genio precursore dell’impressionismo francese Edouard Manet: Colazione nello studio, dipinto che raffigura un fine pasto con, sullo sfondo, una domestica che sorregge una imponente caffettiera, e Chez Père Lathuille, illustrazione di una coppia intenta a prendere un caffè in uno chalet di Parigi. Anche Paul Cézanne ha scelto di introdurre il caffè in una delle sue opere, Donna con Caffettiera, raffigurante la sua vera governante accanto a tazzina, cucchiaino ecaffettiera. Nonostante molti altri artisti abbiano scelto il caffè come tema dei propri dipinti, soltanto uno si è guadagnato il soprannome di “pittore del caffè”: Antonio Ferrigno.

 

 

 

TEATRO

 

Nel 1750 Carlo Goldoni scrive “La Bottega del Caffè“, commedia ambientata a Venezia.
L’estrazione sociale che interessa all’autore è la piccola e media borghesia, che incarna la quotidianità, la ritualità di gesti e situazioni che si ripropongono in scena come nella vita vera.
Non a caso tutto si svolge intorno alla bottega del caffè, luogo di ritrovo di avventori abituali e di passaggio, collocato al centro della scena come punto di fuga da cui si ha la visione di tutta la piazza e degli edifici che l’attorniano.

Nel 1931 viene rappresentato per la prima volta “Natale in casa Cupiello” di Edoardo De Filippo: nel primo atto il risveglio del protagonista Lucariello e’ reso amaro dalla pessima qualità di caffè che la moglie Concetta gli prepara “E’ nu poco lasco ma è tutto cafè”.
Luca: “Ma perche’ vuoi dare la colpa al caffe’, che in questa tazza non c’è mai stato!”.
Nell’opera “Questi Fantasmi” del 1946 Eduardo si diletta in un vero e proprio discorso sul caffè e sul modo di prepararlo.

 

CINEMA

 

Questi fantasmi (1954)

L’omonima commedia teatrale di Eduardo De Filippo trasposta sul grande schermo offre uno dei passaggi che più hanno onorato la tradizione napoletana del caffè.

Non una semplice abitudine, ma un vero e proprio rituale: questo rappresenta la preparazione dell’oro di Napoli,nella quale il drammaturgo partenopeo è stato indiscusso maestro di cerimonia. In questo breve spezzone, De Filippo dispensa perle e consigli sulla realizzazione del caffè perfetto. Una piccola abitudine, diceva, che racchiude la poesia della vita.

 

La banda degli onesti (1956)

Una delle migliori pellicole dell’inossidabile coppia Totò e Peppino che, insieme a I soliti ignoti (1958), ritrae un’esilarante associazione a delinquere del cinema italiano.
Il portinaio Antonio Bonocore è entrato in possesso di un cliché per banconote da 10.000 lire e decide di improvvisarsi falsario insieme ad alcuni conoscenti. Con risultati catastrofici. Indimenticabile la scena dell’incontro tra Peppino e Totò in un bar, dove il gesto quotidiano del caffè diventa una metafora per spiegare la tirannide del sistema capitalista.

 

Pulp Fiction (1994)

Anche nel capolavoro tarantiniano non manca un momento di relax in una caffetteria. Così come era accaduto ne Le iene (1992), la scena di apertura del film è ambientata nel tipico american cafè, dove una coppia di sbandati sta per compiere una rapina. Un sorso di caffè lungo, pistole sul tavolo, un bacio romantico e dolci (si fa per dire) parole d’amore: quel che succede dopo il fermo immagine, è leggenda.

 

Coffee & Cigarettes (2003)

Un film a episodi che diventa un vero manifesto sui piccoli piaceri del quotidiano. La straordinaria galleria di personaggi presenti, da Tom Waits a Iggy Pop, passando per Steve Buscemi e il nostro Benignaccio nazionale, vengono ripresi all’interno dei bar intenti a bere caffè e fumare sigarette, dialogando tra loro all’insegna del più squisito nonsense.
La bevanda bollente accompagnata dalla nicotina costituiscono il fil rouge della narrazione in uno dei film più classici di Jim Jarmusch.

 

MUSICA

 

Nel 1734 Johann Sebastian Bach scrive la “Cantata del Caffè“, nella quale la protagonista rivendica il diritto alla degustazione e, suscitando le rimostranze del padre, pone questo suo diritto tra le condizioni del suo consenso alle nozze.
Dal 1918 le prime canzoni sul caffè “A tazza e’ cafè ” edita da “La Canzonetta”, scritta da Capaldo, per i testi, e Fassone per gli arrangiamenti.
Nel 1969 Riccardo del Turco partecipa al Festival di Sanremo con “Cosa hai messo nel caffè “.

Nella discografia più recente, il caffè diventa di conforto, di protezione, quasi come fosse il punto di partenza per affrontare una nuova giornata con Battisti “…la mattina c’e’ chi mi prepara il caffe'” e Bob Dylan “One More Cup Of Coffee”.

Con Ron e Jackson Browne, diventa quasi un obbligo in “Una citta’ per cantare / The Load Out“…caffe’ alla mattina…“, Baglioni e Guccini lo interpretano come il punto di ritrovo per disagiati, disperati e barboni in “Poster” e “Via Paolo Fabbri 43“.

Per Fabrizio De Andre’ e Pino Daniele diventa un passatempo, un compagno nella spensieratezza in “Don Raffaè” ed in “Na Tazzulella e Cafè“.

Ulteriori citazioni, anche se fare una lista completa è quasi impossibile, sono: “Starfish And Coffe” di Prince, “Wake Up And Smell The Coffee” deiCranberries, “Caffè nero bollente” di Fiorella Mannoia, “Viva l’Italia” di Francesco De Gregori,  “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno” degli 883.

Al Festival di Sanremo 2003 Alex Britti si presenta con il brano “7000 caffè” e si piazza al secondo posto della classifica generale, la sua prima esibizione a questa edizione del Festival e’ stata preceduta da un medley delle due “vallette” che racchiude anche il sopracitato brano “Cosa hai messo nel caffè“.